Interviste - Commissariato Italiano Esposizione Universale di Shanghai 2010

Architetto
Nel mese di settembre il Padiglione Italia ospita la mostra “Il Giardino all’italiana. Architettura di emozioni”. Ce ne potrebbe illustrare il contenuto e il concept?
La mostra nasce da un progetto precedentemente realizzato a Tianjin dove avevo la necessità di illustrare ai committenti cinesi cosa fosse il giardino italiano e come lo si potesse reinterpretare in epoca contemporanea. Partendo da quel progetto e grazie alla collaborazione con Mimmo Paladino, sono arrivato a realizzare l’installazione che oggi è visitabile al Padiglione e che nel 2008 era già stata presentata al pubblico durante l’XI Biennale di Architettura di Venezia. Oltre che riproporre gli elementi tipici dei giardini italiani dal Rinascimento fino ai nostri giorni come i labirinti, i parterre di bosso, le statue, le composizioni floreali, i giochi d’acqua, le prospettive, gli anfiteatri, l’esposizione punta a far rivivere le sensazioni e le emozioni legate alla tradizione e alla fruizione del giardino italiano. Per realizzare questo obiettivo, ci siamo recati nei più famosi giardini italiani e abbiamo realizzato otto filmati – la cui regia è stata affidata a Giorgio De Finis – che permettono di riportare in vita elementi e sensazioni della tradizione del giardino italiano, dall’epoca passata fino ai nostri giorni. L’installazione si completa con le sculture di Mimmo Paladino e di Maurizio Orrico – i ‘dormienti’ e i ‘viaggiatori’ – la cui funzione è duplice: da una parte, sottolineare l’importanza delle parti scultoree all’interno del tradizionale giardino italiano; dall’altra, apportare una sensazione di movimento.
La sua esperienza in Cina dura oramai da otto anni. Cosa vede nel futuro dell’architettura di questo Paese, che in questo momento vive un trend di urbanizzazione decisamente marcato, tale che le previsioni stimano che nel 2015 più della metà della popolazione risiederà nelle città?
?Quello che vedo è un grande sforzo. Da quando sono arrivato a oggi, l’attenzione e la sensibilità alle tematiche ambientali è cresciuta e sia le amministrazioni che gli operatori economici e sociali hanno investito e lavorato per promuovere la protezione ambientale e consapevolizzare la popolazione a riguardo. Ciò detto, resta ancora molto lavoro da fare. Ad ipotecare la sostenibilità dello sviluppo delle città cinesi sono la dimensione e la velocità del cambiamento. Faccio un esempio: nella sola Shanghai ‘pre-Expo’ c’erano più cantieri aperti che in tutta Europa. ?In occasione dell’anno della Cina in Italia, che si aprirà il prossimo ottobre, sto curando una mostra che sarà ospitata presso il Complesso Monumentale di S. Michele a Roma. Attraverso dei filmati intendo mettere in risalto lo sforzo in materia di sostenibilità che la Cina sta compiendo in questi anni. Parallelamente, desidero confrontare i due volti della Cina: la Cina agricola (un Paese in via di sviluppo) e la Cina delle grandi metropoli (un Paese super sviluppato). Il progetto di cooperazione sino-italiana per il trattamento delle acque dello Shicha Sea (Pechino), quello per la prevenzione dell’inquinamento e il monitoraggio dell’eutrofizzazione delle acque del lago Dongting (Chansha), la nuova progettazione del villaggio di Yanqing (Pechino), l’Expo di Shanghai, la Grande Muraglia e le terrazze di riso di Ziquejie (Changsha) eccetera: una Cina per frammenti da cui emerge lo sforzo per la sostenibilità e il contrasto tre le diverse realtà. Sempre sulla mostra, qualche altra anticipazione. Ospitata nella Sala delle Navi, vorrebbe rappresentare idealmente una passeggiata sulla Grande Muraglia. Un richiamo tra il contenitore e il contenuto: sul lato corto le immagini della Muraglia, su quello lungo le immagini provenienti dal resto del Paese. Per richiamare il tema della sostenibilità, stiamo studiando come poter accedere alle sale espositive attraverso un grande carattere ‘lü’, che in cinese corrisponde al colore verde.